Il francese G. Hebert, uno dei padri fondatori della moderna educazione fisica, nonché dello scoutismo, sviluppò la sua visione in seguito ad un episodio che lo segnò profondamente.
Mentre prestava servizio in marina, gli capitò di assistere ad un’eruzione vulcanica e si trovò ad aiutare la popolazione della città di St.Pierre ad evacuare. L’esperienza rese evidente che un certo grado di preparazione atletica permette di essere di supporto in condizioni di emergenza, ovvero da una sfumatura etica alla salute e alla preparazione atletica.
Prendersi cura di noi e degli altri, prepararci ad affrontare anche situazioni fuori dall’ordinario dovrebbe essere un nostro obiettivo, come animali sociali, figli, genitori, cittadini, esseri umani.
Senza pensare all’eroismo di un’eruzione, ci possono venire tanti esempi pratici di questo genere: l’ascensore rotto e la spesa da portare su, far partire una macchina con la batteria a terra, accompagnare un amico con la caviglia rotta al pronto soccorso.
Hebert sintetizzò questa visione con “essere forti per essere d’aiuto”, motto che mette in luce come il nostro allenamento debba essere pratico negli intenti, utile negli obiettivi ed avere anche un’ottica altruista, mettendo la socialità in un posto di riguardo.
20 Gennaio 2022
Insegnante di movimento