I medici stanno scappando. Per molti anni sono rimasti abbarbicati alla loro professione vedendo la pensione come una perdita o come un lutto. Con la pensione cessava infatti il ruolo di una vita, il riconoscimento sociale e la loro autorevolezza. Oggi è tutto cambiato.
C’è una profonda crisi testimoniata dalla crescente disaffezione, dalla stanchezza e dalla voglia di lasciare il lavoro. La carenza di medici (sia in Ospedale che nel territorio), accentuata dai numerosi pensionamenti, ha concorso ad aumentare, nella popolazione, la confusione, i dubbi, l’insicurezza legati alla sensazione di abbandono per la scomparsa della figura di riferimento e, nei medici, il numero dei contatti quotidiani, lo stress, la tensione.
Il Covid ha poi portato allo scoperto tutto questo, prima forse passato in silenzio. In questi mesi sono state proposte soluzioni fantasiose: le Case della comunità, gli Ospedali di comunità, gli infermieri di famiglia, e persino gli psicologi di famiglia sembrano la soluzione di tutti i problemi.
Si parla anche del passaggio alla dipendenza del Medico di base, del posto fisso, delle ferie garantite, della pianta organica moltiplicata per cinque. E’ il momento di chiedersi quale tipo di sanità vogliamo: meglio un sistema che ci consenta di avere una sanità capillare, vicina agli anziani, alle famiglie, alle comunità, ai cittadini, o vogliamo cattedrali nel deserto dove andare faticosamente in pellegrinaggio ad elemosinare prestazioni, appuntamenti, carte, documenti e tessere sanitarie che arrivano a casa, ma che poi vanno attivate negli uffici?
Incertezze superabili solo dai cittadini che devono scegliere se liberarsi dalla sanità vetusta alla quale bisogna recarsi con sussiego per ottenere una prestazione, quasi fosse un favore, e cambiare il mondo imponendo, a chi decide, di mettersi realmente al servizio dei cittadini.
La figura del Medico di medicina generale è destinata a modificarsi e, a seconda della scelta, potrebbe anche sparire per sempre.
8 Ottobre 2021
Medico di base
