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L’ATTIVITÀ FISICA MIGLIORA LA RESPIRAZIONE. È UN PASSO IMPORTANTE PER MIGLIORARE LO STATO DI SALUTE DELLE PERSONE.

Le problematiche legate al covid hanno fatto emergere l’importanza della respirazione. Diventare consapevoli del nostro respiro e della sua qualità è un passo verso la salute. Possiamo imparare a respirare bene o a respirare meglio di quanto sappiamo fare. Non ci rendiamo conto di respirare perché è un atto del tutto automatico: migliaia di atti respiratori coinvolgono il nostro apparato respiratorio ogni santo giorno.
Un adulto compie in media dai 12 ai 20 atti respiratori al minuto (frequenza respiratoria) mentre un bambino dai 20 ai 40. Alterniamo l’inspirazione, fase attiva in cui catturiamo l’aria attraverso il naso o la bocca per farla arrivare lungo le vie respiratorie (faringe, laringe, trachea, bronchi, bronchioli, polmoni) agli alveoli, con l’espirazione, fase passiva di rilascio elastico dei muscoli inspiratori e del tessuto polmonare per espellere l’aria.
Con l’inspirazione portiamo ossigeno (O2) agli alveoli polmonari dove avviene lo scambio gassoso attraverso il sangue e con l’espirazione portiamo fuori il gas di scarto rappresentato dall’ anidride carbonica (CO2). 
Il modo naturale di respirare è quello di un bambino: basta osservarlo come gonfia la sua pancina ad ogni atto inspiratorio per accorgerci che usa correttamente il diaframma, muscolo inspiratorio a cupola sotto la gabbia toracica che separa polmoni e cuore dall’addome e dei suoi organi interni.
Noi adulti perdiamo la naturalezza dei bambini nel respirare in modo ottimale e quindi nell’utilizzare il diaframma, principale muscolo inspiratorio.
Moltissimi di noi caratterizzano la propria respirazione in una serie di respiri brevi, superficiali, frequenti in cui sono coinvolti altri muscoli inspiratori meno efficaci e con minore partecipazione del diaframma per le seguenti cause:
1) stiamo seduti troppo a lungo (Perché troppo fermi e seduti fa male?) per svolgere attività lavorative o di studio al computer (Sopravvivere allo smartworking con l’attività fisica) in posture che limitano l’espansione toracica;
2) scarsa attività fisica per sedentarietà e inattività responsabile della carenza di ossigeno nell’organismo;
3) sovrappeso che compromette il modo di respirare. Il grasso accumulato a livello addominale e toracico impedisce al diaframma la sua contrazione e limita l’espansione della gabbia toracica durante l’atto inspiratorio. Il respiro risulta affannoso e “corto” con conseguenti affaticamento e dispendio energetico;
4) lo stress quotidiano e l’ansia ci condizionano a respirare in modo rapido, poco profondo con la parte apicale del torace coinvolgendo anche i muscoli cervicali e senza poter utilizzare pienamente il diaframma;
5) il fumo, molte patologie respiratorie e oggi più che mai le conseguenze legate al covid. Chi è guarito dal covid sa che stanchezza e affanno sono i sintomi più frequenti che permangono. Così, perdita del tono muscolare e respirazione corta compromettono la condizione fisica.
Moltissime persone, dunque, respirano velocemente, in maniera superficiale e hanno il fiatone di fronte ogni impegno muscolare. Ciò caratterizza la cosiddetta iperventilazione: significa che siamo paradossalmente affamati d’aria perché non facciamo arrivare abbastanza ossigeno all’organismo pur respirando con una certa frequenza!
SERGIO  DEMURU

23 Marzo 2024

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