Il disturbo da “shopping compulsivo”, generalmente associato ai disturbi del controllo degli impulsi o ad altre dipendenze comportamentali, è caratterizzato principalmente dal ripetersi di episodi nei quali la persona sperimenta un impulso irrefrenabile a fare acquisti che, seppur riconosciuti come inutili o eccessivi, non riescono ad essere evitati o tenuti sotto controllo. Il ripetersi degli episodi di acquisto compulsivo possono portare la persona a conseguenze dannose sul piano psicologico, finanziario, relazionale e lavorativo.
Sebbene il disturbo da “shopping compulsivo” non sia ancora stato definito in maniera definitiva, gli esperti tendono a descriverne i singoli episodi sulla base di una sequenza di fasi regolari:
1) nella prima fase di un episodio di shopping compulsivo, la persona inizia ad avere pensieri, preoccupazioni e senso di urgenza verso l’atto di acquistare, sia in generale sia riguardo un oggetto in particolare. Questa fase, inoltre, sembra solitamente preceduta da emozioni sgradevoli quali tristezza, ansia, noia o rabbia.
2) la seconda fase è quella in cui ci si prepara all’acquisto pianificando alcuni aspetti come i negozi da visitare, il genere di articoli da ricercare o addirittura il metodo di pagamento che si intende utilizzare.
3) la terza fase è quella dello shopping compulsivo vero e proprio, in cui la persona, spesso in preda ad una eccitazione quasi sensuale, si sente “corteggiata” dagli oggetti che vede e dalle loro qualità, valutate in quel momento come estremamente attraenti e irrinunciabili.
4) la quarta fase, che chiude l’episodio, è quella successiva all’acquisto compulsivo, dopo il quale le precedenti sensazioni di eccitazione ed euforia si tramutano rapidamente in frustrazione, senso di colpa, vergogna e delusione verso se stessi.
Un episodio di “shopping compulsivo” pare quindi organizzarsi intorno a determinati stati emozionali piuttosto che sulla base di reali bisogni o desideri: stati negativi come ansia e tensione costituiscono gli antecedenti dell’episodio, mentre stati emozionali positivi di euforia o sollievo ne costituiscono l’immediata condizione gratificante, seguita però da emozioni spiacevoli quali la frustrazione e il senso di colpa.
Altre caratteristiche che possono aiutare a distinguere un disturbo da “shopping compulsivo” da un normale comportamento d’acquisto possono riguardare la natura degli oggetti acquistati: talvolta le persone affette da shopping compulsivo acquistano cose di cui non hanno reale bisogno o che hanno già, che non corrispondono ai propri reali gusti personali o che sono al di fuori delle proprie possibilità economiche. Talvolta gli oggetti acquistati perdono rapidamente di interesse tanto da non essere tolti dalle loro confezioni, da essere restituiti, nascosti o regalati ad altri.
La maggior parte delle persone affette da “shopping compulsivo” riconosce di avere un problema, ma si percepisce fuori controllo: gli episodi problematici vengono infatti vissuti come impulsi irrefrenabili ai quali non si riesce a resistere nonostante gli sforzi profusi.
Le persone più a rischio di sviluppare questa condizione sono soprattutto donne (nel 95% dei casi) in un’età compresa generalmente tra i 20 e i 30 anni, l’età cioè in cui si tende a conquistare una certa indipendenza economica.
Lo “shopping compulsivo” pare inoltre presentarsi più di frequente in persone affette anche da altre patologie, in particolare disturbi dell’umore, ansia, disturbi del controllo degli impulsi e disturbi da uso di sostanze.
SERGIO DEMURU
18 Maggio 2024