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Si chiude un ciclo. Ora per il Cagliari Calcio altri scenari.

Chiamale se vuoi: “emozioni”. E queste sono davvero le più forti. Si chiude una pagina importante della storia del Cagliari. Qualcosa di straordinario in un calcio diventato industria, gestito dagli arabi, in mano ai cinesi e dei plurimiliardari stranieri che comprano tutto e tutti. Un calcio mascherato da debiti coperti da operazioni finanziarie a dir poco creative, dove gli imprenditori italiani ormai si contano sulle dita di una mano. L’ultima partita della stagione, contro la Fiorentina, alla “Unipol Domus”, sapevamo che avrebbe avuto un sapore diverso tra addii e saluti già annunciati. Un appuntamento da non perdere che ha lasciato spazio ad una realtà ricca di contenuti legati ad aspetti che nulla hanno a che fare con i potentati economici e comportamenti di facciata utili giusto per apparire. Nessun confronto con quel calcio che vede solo alcuni club protagonisti del mondiale business sponsorizzato dalle tv dove non c’è spazio per le piccole realtà di provincia. Ma una chiara dimostrazione: le “emozioni” non sono in vendita. Per tre ore hanno prevalso i sentimenti e sono stati premiati i valori che sono l’essenza della vita e dello sport. Lealtà, competenza, meritocrazia, educazione e rispetto. E non è certo un caso che ad incarnare queste qualità sia stato un condottiero come Sir Claudio Ranieri. Un uomo che, dopo Gigi Riva, ha contribuito a scrivere la storia di un club come il Cagliari.  Una maglia che rappresenta un popolo e una regione intera come la Sardegna. Gente che apprezza e non dimentica chi ne rappresenta i principi con onestà e correttezza. Una serata speciale per tutti. Una pagina da raccontare. Una storia unica nel suo genere che ora è importante non dilapidare nella sua vera essenza. I fatti hanno dimostrato che si può essere protagonisti con l’impegno, col lavoro e con la passione. Elementi apparentemente banali ma che fanno la differenza. Si può uscire a testa alta dal campo di gioco dopo aver dato tutto. La dimensione del Cagliari e l’esperienza maturata sono un patrimonio prezioso da non disperdere. Un dato certo e fondamentale per ripartire ed essere preparati ad affrontare il dopo Ranieri. Le dichiarazioni dei giocatori, addirittura disposti a buttarsi nel fuoco, per lavorare col proprio mister, sono parole che scaldano il cuore. Gioie, dolori, momenti complicati vissuti con intensità e grande partecipazione per raggiungere gli obiettivi e mantenere una città in seria A per una squadra costruita in fretta e tecnicamente inferiore ad altre. Ma con un’anima e dei valori che hanno prevalso su tutto. Obiettivo raggiunto. Ora arriva la parte più difficile: la ricostruzione. Una nuova guida tecnica, volti nuovi e un progetto ambizioso per tentare di fare un salto e migliorare la classifica. Il futuro del club passa attraverso una nuova pianificazione e una programmazione mirata per restare competitivi e fare spazio a giovani e atleti che credono nel progetto.  La giornata degli addii, dei saluti è ormai in archivio. Ma il risultato è arrivato. Una salvezza che vale uno scudetto. L’ennesimo miracolo di tutto un ambiente rimasto coeso spinto da un pubblico straordinario che ha seguito il Cagliari anche in trasferta a costo di sacrifici e di viaggi come al solito avventurosi. Sono passate poche ore da una serata che rimarrà scolpita nei cuori dei tanti tifosi e degli sportivi che amano il calcio e lo sport. Ci sono stati momenti di commozione quando tutto lo stadio, i giocatori di entrambe le squadre e gli stessi arbitri, hanno regalato ad un uomo, Claudio Ranieri,  che ha lasciato un segnale indelebile, a Cagliari e in ogni luogo in cui ha lavorato, un applauso e un saluto lunghissimo , quasi infinito, difficile da interrompere. Un abbraccio globale, un  riconoscimento sentito, spontaneo e voluto da tutti, che ha regalato emozioni in uno scenario da brividi.  Ecco, questi elementi devono diventare una risorsa da non disperdere. Una lezione da tenere stretta per replicare e cercare con tutte le forze di tutelare il gruppo e alimentare l’entusiasmo e la passione che hanno accompagnato la gestione del Cagliari con alla guida Claufio Ranieri. Il mister romano ha lasciato una base solida e indicato al presidente, che lo ha fortemente voluto, sulla spinta di Gigi Riva, la strada giusta del si può fare. Servono investimenti mirati. E un fatto è certo. La guida tecnica non potrà essere anonima non dovrà essere una scommessa. Le esperienze maturate nel recente passato lo dimostrano. Meglio spendere un euro in più per un uomo di valore che incarni la vera essenza e i principi indicati da Claudio Ranieri. Uno stadio pieno e un pubblico che soffia verso la direzione giusta non puo essere tradito. Ora arriva la parte più complicata. Non sarà semplice ma ogni confronto sarà perdente se non verrà supportato dalla consapevolezza di voler trovare ogni certezza possibile per non ricadere negli stessi errori. La preoccupazione è grande. Ora serve semplicemente un segnale forte. E sarà fondamentale riuscire a vendere bene per acquistare meglio e rifare la squadra con giovani di valore e non palloni gonfiati a fine carriera. Essere uno dei nostri ed orgoglioso di aver indossato la maglia del Cagliari deve essere accompagnato da fatti e non solo da parole di circostanza. Chi è voluto restare lo ha fatto rinunciando ad ingaggi milionari. Servono fatti e non parole.

SERGIO DEMURU

26 Maggio 2024

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