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Calcio

Zaccagni colpisce nel recupero. L’Italia è agli ottavi dei Campionati europei in Germania.

Agli europei la formazione azzurra è agli ottavi. Con una magia all’ultimo secondo di Zaccagni, dopo una partita pazza nella quale siamo stati a un millimetro dal baratro del terzo posto. Anche in caso di sconfitta contro la Croazia avremmo avuto la possibilità di andare avanti come una delle migliori terze, ma meglio così. Ci salva Zaccagni, una delle mosse della disperazione di Spalletti. Non abbiamo giocato bene, anzi finché non siamo andati sotto, complice il gol di Modric, abbiamo subito i nostri avversari e siamo rimasti aggrappati al solito Donnarumma. Adesso sfideremo la Svizzera negli ottavi, sabato alle 18 a Berlino. Possiamo sorridere, ma vista la prestazione, a denti stretti. Ci salvano il cuore e l’assalto all’arma bianca. Prendiamoci questo e festeggiamo. Spalletti rispetto alla vigilia sorprende tutti inserendo Raspadori nell’undici iniziale insieme al recuperato Dimarco. Tre le sostituzioni rispetto alla squadra travolta dalla Spagna, ma a cambiare è soprattutto il modulo perché l’Italia punta sul 3-5-2 con Darmian insieme a Bastoni e Calafiori nei tre dietro, Di Lorenzo e Dimarco a tutta fascia, Barella, Jorginho e Pellegrini cerniera centrale più Raspadori accanto a Retegui, preferito a Scamacca. Dalic non rinuncia in mezzo ai tre “top” (Modric, Brozovic e Kovacic), sceglie una formazione senza una prima punta “vera” (out sia Budimir sia Petkovic) e Mario Pasalic si alterna in quel ruolo con Kramaric. In difesa Pongracic preferito a Erlic. La Croazia inizia palleggiando e gli Azzurri coprono gli spazi. La partita la fanno i nostri avversari e noi ci difendiamo. Altro che calcio propositivo: giochiamo per il pari. Verrebbe da dire all’italiana. Evidentemente nella notte Spalletti ha fatto un corso intensivo del calcio attendista che aveva detto di non essere il “suo” dopo il ko contro la Spagna. Donnarumma ci salva subito con una bella parata su Sucic, ma la marea biancorossa non è come quella della Roja perché non ci sono due esterni come Yamal e Williams. Il fortino azzurro così tiene perché ci copriamo con cinque uomini arretrando Di Lorenzo e Dimarco e poi avanziamo Calafiori per dare qualità all’impostazione. Da un cross del bolognese nasce il colpo di testa di Retegui che viene deviato in angolo Gvardiol; l’italo-argentino ci prova altre due volte, ma viene sempre fermato in calcio d’angolo. La palla gol più clamorosa così arriva su inzuccata di Bastoni, servito alla grande da Barella, ma Livakovic alza sopra la traversa. Il possesso è nettamente a favore della Croazia, ma rispetto a un inizio timoroso la pressione azzurra è più alta, la squadra è corta, non sta solo nella sua metà campo e soprattutto va a cercare l’ampiezza e gli esterni. Ci prova anche Pellegrini e Livakovic blocca a terra. Raspadori latita, ma nel complesso teniamo e all’intervallo i biancorossi hanno due soli tiri verso la nostra porta (Donnarumma fa solo la parata iniziale) a dispetto del 59% di possesso. A inizio ripresa i due tecnici fanno le prime mosse: Spalletti inserisce Frattesi per Pellegrini, con l’obiettivo di far più male con gli inserimenti degli interisti, mentre Dalic scommette su Budimir, prima punta di stazza, per Pasalic. La scelta vincente è quella del c.t. croato perché la palla ce l’hanno solo i biancorossi. Un tocco di mano (ingenuo) di Frattesi su tiro di Kramaric regala ai nostri avversari un rigore che però Donnarumma para a Modric. Dovrebbe essere l’episodio che sveglia gli azzurri e invece pochi secondi dopo arriva il gol dell’ex Pallone d’oro, un tap in dopo un’altra prodezza di Gigio su deviazione ravvicinata di Budimir. La Croazia è meritatamente in avanti e Spalletti inserisce Chiesa al posto di Dimarco. L’Italia, che non ha (quasi) più niente da perdere, alza la testa e inizia a fare una partita coraggiosa, nella metà campo avversaria. Una botta di Darmian viene ribattuta e gli Azzurri premono con intensità. Dalic fiuta il pericolo e inserisce Perisic e Ivanusec per Sucic e Kovacic, mentre per l’ultimo quarto d’ora c’è anche Scamacca al posto di Raspadori. L’assalto finale è con le due torri, ma anche con Zaccagni e Fagioli al posto di Jorginho e Darmian. Una specie di “all in” disperato. Sul cross di Chiesa Scamacca non arriva a deviare. Sembra finita e invece dopo 8 minuti di recupero, su incursione di Calafiori, Zaccagni disegna una parabola che batte Livakovic e ci manda agli ottavi dove ci attende la Svizzera. La notte si tinge d’azzurro. Oltre i nostri meriti.

SERGIO DEMURU

25 Giugno 2024

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