Il luogo comune del “nessuno è profeta in patria” è sfatato. Marco Mancosu quest’anno ha raggiunto livelli eccelsi di rendimento da quando ha rimesso piede nell’isola. E segnatamente nella sua città. Ha dovuto attendere i trentaquattro anni suonati per dimostrare al popolo rossoblù quanto vale. Una carriera che si è sviluppata per intero lontano dall’isola con acuti importanti a Lecce e Benevento, dove ha lasciato il suo marchio ben registrato. No, Mancosu non è un predestinato, ma uno che ha saputo farsi largo a spallate per poter emergere. A Lecce ha toccato l’apice con 33 presenze nella massima serie nella stagione 2019-2020, poi sempre tra Lega Pro e cadetteria. Però sempre con quell’innata voglia di Sardegna. Prima o poi sentiva nel suo intimo che doveva tornare, nonostante la società negli anni non abbia mai fatto reali proposte per portarlo in rossoblù. Avrebbe potuto svilupparsi un discorso a lunga gittata soprattutto nella gestione-Cellino, ma non si fece mai nulla di concreto. Lui ha però perseverato e sperato. Sino a quando nell’estate 2022 il sogno è diventato realtà ed è riuscito ad indossare quella maglia tanto cara che aveva vestito nelle giovanili e per qualche spezzone di gara con la prima squadra. Adesso è finalmente un’icona importante nello scacchiere voluto da mister Ranieri. Mancosu fin dal primo giorno ha messo in vetrina quelle che sono le sue credenziali: attaccamento alla maglia e contenuti tecnici rilevanti.