Sono 12,4 milioni i fumatori in Italia e rappresentano il 24,2% della popolazione. Gli ex fumatori sono il 14,9% della popolazione italiana e i non fumatori il 60,9%.
All’aumentare dell’età, cresce nettamente la diffusione del fumo di sigarette: la media nazionale delle quindicenni che ha fumato almeno una volta è pari al 31,9% (IC 95%: 30,0; 34,0) ed è quasi quattro volte quella delle tredicenni.
Nonostante la diminuzione del numero dei fumatori nei paesi industrializzati, resta preoccupante la percentuale dei fumatori giovani.
Per quanto riguarda il fumo tra i minori, i dati sono forniti da tre rilevazioni che si svolgono ogni quattro anni:
lo studio HBSC (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare) promosso dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS, che coinvolge dal 2001 gli studenti di 11, 13 e 15 anni in tutte le Regioni italiane
la GYTS (Global Youth Tobacco Survey – Indagine globale sul tabacco e i giovani), promossa dall’OMS e dal Centro di controllo delle malattie di Atlanta/USA (CDC), che coinvolge dal 2010 gli studenti del terzo anno della scuola secondaria di primo grado e del primo e secondo anno della scuola secondaria di secondo grado (13, 14 e 15 anni)
la ESPAD Italia (European School Survey Project on Alcohol and other Drugs – Italy) una ricerca sui comportamenti d’uso di alcol, tabacco e sostanze psicotrope legali e non, da parte degli studenti e delle studentesse di età compresa fra i 15 e i 19 anni frequentanti le scuole medie superiori italiane.
L’ultima rilevazione disponibile per le sorveglianze dei minori è quella del 2018, mentre è in corso quella per l’anno scolastico 2021-22.
Secondo i dati della rilevazione HBSC-Italia del 2018 la quota di ragazzi che dichiarano di aver fumato sigarette almeno un giorno negli ultimi 30 giorni aumenta sensibilmente con il progredire dell’età, sia nei ragazzi che nelle ragazze, con una marcata differenza di genere a 15 anni (24,8% nei ragazzi, 31,9% nelle ragazze). La percentuale di ragazzi che ha fumato almeno una sigaretta nella vita è in leggera diminuzione rispetto al 2014.
L’indagine GYTS oltre a fornire dati sulla prevalenza del fumo di sigaretta e di altri prodotti del tabacco, esplora cinque determinanti dell’abitudine al fumo:
1) accessibilità/disponibilità e prezzo
2) esposizione a fumo passivo
3) cessazione
4) media e pubblicità
5) curriculum scolastico.
I risultati più rilevanti evidenziano che nel 2018 circa uno studente su cinque dai 13 ai 15 anni ha fumato più di una sigaretta negli ultimi 30 giorni. Il fumo di sigaretta è più diffuso tra le ragazze (23,6%) rispetto ai coetanei maschi (16,2%): entrambi i dati sono in calo rispetto al 2014.
Per quanto riguarda la sigaretta elettronica sono più che raddoppiati gli studenti che la utilizzano passando dall’8,4% del 2014 al 17,5% del 2018 in particolare sono i ragazzi ad usarla abitualmente di più (21,9%) rispetto alle ragazze (12,8%). Se consideriamo gli studenti che fanno uso sia di sigarette tradizionali che elettroniche arriviamo ad una prevalenza del 27,9% in aumento rispetto al 2017 (26,3%).
La metà degli studenti ha dichiarato di essere esposto al fumo passivoin casa, la maggior parte dei ragazzi è consapevole che il fumo è dannoso. Per quello che riguarda l’accessibilità ai prodotti del tabacco, il 42% degli studenti ha dichiarato che esistono rivendite di tabacco vicino la propria scuola e nonostante l’esistenza del divieto di vendita, risulta che il 15% degli studenti fumatori abbia acquistato le sigarette al distributore automatico (era l’8% nel 2014) e il 68% di questi ultimi non ha avuto problemi all’acquisto nelle rivendite autorizzate nonostante la minore età (la vendita è vietata ai minori di 18 anni).
Le motivazioni che spingono i giovani a fumare dipendono da un processo multifattoriale complesso che comprende:
1) fattori di rischio ambientali (accessibilità, ai prodotti a base di tabacco, accettazione del tabacco nel contesto sociale di vita, disagio familiare
2) sociodemografici (basso livello socio-economico)
3) comportamentali-individuali (basso livello di scolarità, scarse capacità nel resistere all’influenza sociale, basso livello di autostima e di autoefficacia).
Per contrastare questo problema, che racchiude in sé, sia aspetti sanitari che sociali, la comunità scientifica raccomanda programmi di prevenzione da rivolgere, sia alla società nel suo complesso e alla popolazione “sana” (prevenzione ambientale e universale), che a gruppi e individui a rischio (prevenzione selettiva e indicata).
In linea generale l’obiettivo degli interventi di prevenzione è quello di contrastare l’uso di sostanze nella comunità e tra i giovani, attraverso la riduzione dei fattori di rischio e l’acquisizione di competenze e abilità personali (life skills), che vadano ad influenzare i fattori di protezione.
Uno dei contesti privilegiati dove poter sviluppare programmi di prevenzione efficaci è quello scolastico, attraverso interventi partecipativi, volti a fornire informazioni correte sull’uso del tabacco e, contestualmente, a facilitare lo sviluppo di competenze dei giovani, come il pensiero critico, la capacità decisionale e la gestione delle emozioni. L’efficacia di questi interventi aumenta se viene coinvolta la famiglia e il contesto sociale di appartenenza.
In generale questi interventi devono avere la finalità di promuovere l’empowerment delle persone e della comunità di riferimento, affinché ognuno possa fare scelte sulla salute consapevoli.
Cosa dice la legge: il divieto di vendita e somministrazione di tabacco ai minori di 16 anni inizia nel 1934 con il Regio Decreto 2316, “Testo unico delle leggi sulla protezione e l’assistenza della maternità e dell’infanzia”, che stabilisce, all’art. 25, anche il divieto di fumare nei luoghi pubblici.
La Legge di conversione 8 novembre 2012, n. 189 del decreto 13 settembre 2012 ha innalzato il limite dei 16 anni previsto dall’art. 25 del regio decreto 1934.
Con il Decreto Lgs. n. 6 del 12 gennaio 2016, all’articolo 24 sono aumentate le sanzioni pecuniarie ai rivenditori: 500 e 3.000 euro con la sospensione della licenza per 15 giorni. In caso di recidiva la sanzione pecuniaria va dai 1.000 agli 8.000 euro con la revoca della licenza.
Dal 1° gennaio 2013 iI distributori automatici sono dotati di un sistema automatico di rilevamento dell’età.
SERGIO DEMURU
13 Aprile 2024