La pratica sportiva apporta indubbiamente molti benefici fisiologici in ogni età della vita: essa aumenta la capacità fisica e la forza muscolare dell’individuo, aiuta a tenere il peso corporeo sotto controllo e rende gli apparati osteoarticolare e muscolare più flessibili ed efficienti. Una componente non trascurabile di questi benefici è rappresentata dal miglioramento delle condizioni psicologiche, in altri termini della qualità della vita.
Questi aspetti rivestono un’importanza ancora maggiore nell’età evolutiva, un periodo nel quale lo sport assume anche un ruolo formativo ed educativo. In questo contesto appaiono del tutto giustificate le istanze rivolte a consentire l’attività sportiva anche a ragazzi cardiopatici, istanze divenute più pressanti da quando negli ultimi anni i progressi diagnostici e terapeutici, soprattutto cardiochirurgici, hanno consentito il recupero alla vita attiva di un numero non trascurabile di bambini ed adolescenti precedentemente destinati all’inattività fisica.
Nel nostro Paese l’attuale legislazione vincola medici e cittadini all’obbligo della visita preventiva per la certificazione dell’idoneitàsportiva agonistica e non agonistica. Questa procedura comporta responsabilità medico-legali specifiche da parte del medico certificatore e, ovviamente, si traduce nella necessità, specie in presenza di cardiopatie, di espletare tutte le indagini cliniche e strumentali indispensabili a stabilire la gravità della malattia e la capacità funzionale del soggetto.
In ultima analisi occorre definire la compatibilità della cardiopatia con quella determinata attività sportiva.
SERGIO DEMURU
12 Giugno 2024