Altro che “It’s coming home”. Está volviendo a casa. La Spagna è campione d’Europa per la quarta volta (1964, 2008, 2012, 2024), mentre l’Inghilterra resta ancora una volta a bocca asciutta, perdendo la finale come già tre anni fa contro l’Italia di Mancini. Dopo un primo tempo da sbadigli, Rodri resta negli spogliatoi per un problema muscolare e quando ti aspetti un calo psicologico della Roja, arriva il gol che invece ribalta le parti, con Nico Williams su assist di Yamal, 39 anni in due. Sono gli inglesi a subire, finendo alle corde e rischiando a ripetizione il colpo del ko. Quando la gara sembra ormai indirizzata, al 73′ arriva il pareggio di Palmer, entrato 3′ prima. Ma la Spagna non si deprime, attacca e all’86’ con Oyarzabal trova lo spunto che vale l’Europeo. Meritato, con sette vittorie su sette partite e un percorso decisamente più convincente di quello inglese.
Southgate, il mister anglosassone, parte con Shaw esterno di sinistra nella difesa che torna a 4, con il chiaro di compito di tenere a bada Yamal. De la Fuente conferma l’undici che l’ha portato a disputare la finale. Morata diventa lo spagnolo con più presenze all’Europeo, con 17, mentre Yamal il più giovane a giocare una finale, a 17 anni, compiuti il 13 luglio, superando Renato Sanches, che col Portogallo disputò quella del 2016 contro la Francia a 18 anni e 327 giorni. Viene un po’ il magone quando a portare il trofeo in campo dal tunnel spunta Giorgio Chiellini, capitano dell’Italia campione uscente. Parte forte la Roja che chiude gli inglesi nella loro metà campo, lasciandogli poco spazio per le ripartenze, senza punti di riferimento in avanti. Nico Williams ha sui piedi la prima potenziale palla gol ma viene anticipato in angolo in scivolata da Stones. Al primo affondo gli inglesi trovano Walker libero sulla destra, ma il suo cross basso viene messo in angolo da Le Normand. Il giro palla spagnolo è lento e nonostante il possesso prolungato l’impressione è che la squadra di Southgate sia più pericolosa quando sale, soprattutto a sinistra con Shaw, sul quale Carvajal al 25′ rischia in scivolata dentro l’area, riuscendo di un soffio ad anticiparlo. Williams prova a sovrapporsi a Yamal spostandosi spesso a destra. Gli ultimi 20′ scorrono via senza emozioni, con due squadre che non concedono nulla, men che meno alle emozioni, con Morata prima e Kane poi murati in area nelle uniche palle che avrebbero potuto creare problemi ai portieri. Nel recupero l’unico tiro nello specchio del primo tempo, di Foden in spaccata, con Unai Simon che blocca senza problemi.
Brutto colpo per la Spagna, che perde Rodri, che in finale di tempo aveva patito un problema muscolare al retto femorale. Al rientro in campo non c’è l’autore del gol che ha regalato la Champions al City contro l’Inter, al suo posto Zubimendi. Bastano 90″ per scacciare i fantasmi, il tempo perché la palla arrivi a Yamal, il quale si accentra, attirando a sé tutta la difesa inglese, che lascia colpevolmente solo Williams. Lamine lo pesca con un morbidissimo sinistro e Nico di prima infila Pickford sul palo opposto. Il 22enne diventa il secondo più giovane marcatore in una finale europea alle spalle di Pietro Anastasi (1968). Dani Olmo sciupa la palla del raddoppio due minuti dopo, strozzando il tiro da buona posizione. L’illusione inglese di una Spagna tramortita dalla perdita del punto di riferimento (Rodri) si è spenta in un amen. Al 55′ Morata potrebbe raddoppiare: riceve palla da Yamal, ma sull’uscita di Pickford colpisce lentamente permettendo a Guehi di liberare. Sugli sviluppi dell’azione Nico da fuori sfiora il palo. E’ tutta un’altra Roja mentre l’Inghilterra pare stordita dal gol incassato. Al 60′ Southgate leva un deludentissimo Kane inserendo Watkins, eroe della semifinale con l’Olanda. Si accende Bellingham, lascia passare la palla mandando a vuoto Carvajal, fa partire un gran sinistro che sfiora il palo. E’ la prima vera palla gol dell’Inghilterra. La replica è di Yamal, che al 65′ sbaglia il controllo, ma non si sa come si risistema la palla e costringe Pickford alla deviazione in angolo con la punta delle dita in tuffo con un rasoterra. Due minuti dopo De la Fuente leva Morata, autore della solita prova generosa, e mette Oyarazabal. L’Inghilterra butta anche Palmer nella mischia al posto di Mainoo. E dopo soli 3′ il cambio paga: incredibilmente la Roya si fa cogliere sbilanciata (dov’era Cucurella?), Saka entra in area, serve Bellingham che tocca fuori per Palmer che fa partire un fendente che s’insacca nell’angolo basso alla destra di Unai Simon. Al 73′ è 1-1, tutto da rifare. A 9′ dalla fine Yamal potrebbe far molto meglio su delizioso invito di Dani Olmo ma il suo tiro non gira abbastanza e Pickford respinge. Le Normand esce per Nacho, la Spagna spinge, conquista il 10° angolo, e all’86’ arriva il gol che vale la coppa. Cucurella riceve palla da Oyarzabal sulla sinistra, la rimette in mezzo dove con la punta del piede sinistro lo stesso Oyarzabal in scivolata batte Pickford. Al 90′ triplice miracolo della Roja: testa di Stones, respinta di Unai, testa di Guehi, salva Dani Olmo sulla linea, testa ancora di Stones di poco alta. E’ l’ultimo brivido. Poi la coppa passa in mani spagnole.
SERGIO DEMURU
14 Luglio 2024